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12-12-2020 12:27:00 Comunicato del direttivo della Camera penale della Lombardia orientale

La Camera Penale della Lombardia Orientale, condividendo e facendo integralmente proprie le osservazioni svolte dal Direttivo della propria sezione di Brescia, innanzitutto esprime totale solidarietà al collega avv. Jacopo Barzellotti, vittima di ingiustificabili attacchi anche personali per aver esercitato con professionalità il proprio ruolo di difensore nel processo.
Analoga solidarietà meritano i Giudici della Corte d’Assise di Brescia, a propria volta vittime di incommentabili attacchi e pressioni, tanto pesanti da indurre la stessa Autorità Giudiziaria a giustificare le proprie decisioni in sede diversa rispetto alla motivazione della sentenza.

Stupefacente è poi la notizia di accertamenti o ispezioni ministeriali che, se confermata, suonerebbe come una vera e propria offesa alla libertà e all’autonomia della magistratura e, di riflesso, di ogni avvocato e di ogni persona sottoposta a procedimenti penali.

Non finisce di sorprendere amaramente la superficialità con la quale personaggi più o meno pubblici esercitano la disinformazione sull’opinione pubblica, dimentichi del fatto che maggiore è il seguito di cui si gode, maggiore è la responsabilità che occorre assumersi e che la disponibilità dello strumento mediatico non esime dal dovere di avere adeguata competenza e conoscenza, non solo delle leggi, ma anche del singolo procedimento.

Si è invece assistito allo scempio di categorie giuridiche e scientifiche; si è, per l’ennesima volta, rinunciato allo studio dei fatti, all’approfondimento delle situazioni; si è preteso, come ormai di moda, di trasformare le tribune mediatiche in tribunali totalitari votati alla sola emissione di sentenze di condanna, tutte eguali, tutte alla pena massima.

Ciò svilisce il contenuto di ogni legittima discussione e il costruttivo confronto sulla “giustizia” che viene sostituito da chiacchiere da bar, a beneficio delle crescenti ondate di becero “giustizialismo”, cavalcate da chi vive ogni proscioglimento o assoluzione (ma, si badi bene, “altrui”…) come un fallimento, ovvero da coloro che aspirano e rincorrono facili consensi.
Spiace per i leoni da tastiera e per le erinni in servizio permanente effettivo, ma il giusto processo, avanti al giudice naturale precostituito per legge, terzo ed imparziale, non è minimamente sostituibile da alcuna tribuna mediatica; esso è l’unico luogo in cui uno Stato liberale e democratico può e deve svolgere il ruolo essenziale della giurisdizione, ciò a tutela di tutti: di colpevoli ed innocenti, di sani e malati, di capaci ed incapaci, di vittime e carnefici.

Noi, come avvocati, respingiamo fermamente le pressioni populiste ed è proprio in occasioni come queste che quel nastrino rosso che abbiamo apposto alle nostre toghe, quale segno di sostegno agli avvocati minacciati ed imprigionati da Stati totalitari, diventa anche un monito, per noi e per tutti i consociati, affinché non si creino i presupposti per calpestare quelle regole che giustificano e garantiscono a tutti un giusto processo.
Bergamo, 11 dicembre 2020
Il presidente
Emilio Gueli